martedì 29 dicembre 2009

giovedì 8 gennaio 2009

Inchiesta: I network e le case discografiche

Il legame tra i network e le case discografiche e’ solo un finto e apparente legame tenuto in vita per lo piu’ dall’opportunismo e dall’interesse reciproco a speculare. Questo atteggiamento d’altro canto non dovrebbe meravigliare piu’ di tanto trovandosi di fronte una realta’ non molto diversa da quella che siamo abituati ad osservare altrove. L’interesse economico oggi rappresenta la politica dominante e tutto nasce e progredisce avendo prima di tutto questo obiettivo come parametro di riferimento.
Le case discografiche ,dunque ,utilizzano le radio per promuovere i singoli degli album dei loro cantanti e i network usano le hit per avere maggior audience e maggior pubblicità. Ma analizziamo meglio quanto detto: la radio non puo’ scegliere di sua iniziativa la promozione di un singolo in quanto si troverebbe ad andar contro i legami e gli accordi con le major. E’ la casa discografica che sceglie la canzone in cambio di quattrini alla radio. Ma quali sono i criteri alla base di questa scelta negoziata?
La casa discografica decide di promuovere un singolo che e’ il piu’ commerciale ,il piu pop e quello che rientra nei tre minuti e mezzo di durata. Nelle radio infatti e’ difficilissimo sentire una canzone della durata di 5 minuti; risulterebbe noiosa e petulante . Sulla base di questa considerazione e’ da notare come a volte il singolo scelto non sia necessariamente il piu’ bello (non e’ escluso che bell’arrangiamento della canzone e soavità del testo possano risultare simmetrici) ,ma e’ quello piu’ orecchiabile ,dal ritmo sicuramente piu’ accattivante e coinvolgente;e’ quello che puo’ essere trasmesso piu’ volte e senza correre il rischio di stancare troppo presto.
RTL e’ una radio al 90%musicale e le hit del giorno e della settimana vengono trasmesse ogni mezz’ora. Quindi ,se un singolo ,mantiene la prima posizione per piu’ di una settimana ,diventa hit del mese e acquisisce il diritto di poter essere trasmessa ogni due ore. Quando poi e se si tratta di una radio privata ,il peso sulla scelta della programmazione e delle hit e’ ancora piu’ gravoso in termini di economia.
Si evince da quanto detto come e quanto la pubblicita’ giochi un ruolo fondamentale ai fini dell’accrescimento economico. Ha sostenuto Arbore qualche anno fa per un articolo sul Corriere della Sera: "Penso che il servizio radiofonico pubblico sia sano, ma in molte emittenti private la pratica di appoggiare alcuni dischi in cambio di pubblicita' e' molto diffusa. Le case discografiche hanno mille modi per sedurre le radio: offrono come ospiti cantanti importanti, investono in pubblicita', incaricano i dj di rimaneggiare i dischi. C'e' una forma di collaborazione troppo stretta. E le radio diventano un tutt'uno con le case discografiche".
In America c'era e c'e' ancora il sistema delle mazzette radiofoniche. Ma queste vennero superate rendendo pubbliche le programmazioni che si sarebbero fatte successivamente: in tal modo gli intermediari dei discografici non sarebbero potuti andare dai loro capi per prendersi il merito di quelle programmazioni. Inoltre oggi non ci sono dj che programmano dischi non voluti dalle case discografiche, come si faceva una volta. Si pubblicizzavano dischi originali americani ancora non stampati in Italia e si facevano diventare successi anche le facciate B dei dischi. I dj di adesso hanno un ruolo sminuito: eseguono ordini.
La verita’ e’ che questi non rischiano con scelte particolari e finiscono per mettere le stesse cose. Si assiste dunque ad una omologazione delle proposte e questo crea non poco il sospetto della corruzione.
Gli uomini della promozione discografica spingono la programmazione di un disco per farlo conoscere. Ma e' certo che non esiste una radio che si auto castra proponendo dischi senza mercato. Tutto ormai e' pubblicita': anche quando si trasmette una partita si fa pubblicita' indiretta agli abbonamenti di questa o quell’altra squadra. Oggi sono le case discografiche ad essere asservite alle radio, e non il contrario: ormai pubblicano soltanto dischi che pensano possano avere un "airplay", un ascolto radiofonico", spiega Red Ronnie, conduttore di "Help" e "Roxy bar". E lo stesso sostiene: "Lo scandalo delle radio non consiste nella corruzione, ma nella perdita della fantasia. I dj si sono addormentati e invece di scegliere una canzone all'interno di un disco si limitano a mandare il singolo scelto dalla casa discografica. Dunque gli accordi e i favori esistono.

lunedì 5 gennaio 2009

I giardini di Ninfa




Finalmente dopo tanti tentativi sono riuscita a caricare il video su you tube. Avevo quasi perso le speranze poiche' l'esame di editoria multimediale si avvicina e il professore avrebbe senz'altro notato la mancanza di questa esercitazione assegnatami.
Il video e' montato da me sulla base di alcune foto che avevo scattato all'oasi di Ninfa ad aprile scorso. Ninfa è una oasi naturalistica, unica al mondo, creata dove un tempo regnava la palude.

La grandezza dell' Oasi naturalistica è dovuta soprattutto a Lelia Caetani, ultima discendente della famiglia Caetani. Fu lei, infatti, a portare a termine il progetto dell'attuale giardino.Vivono qui le une accanto alle altre piante ed essenze floreali provenienti da ogni parte del mondo.

giovedì 1 gennaio 2009

Una nuova generazione: I nati digitali





Il 28/11/08 sono stata ad una Conferenza all'Accademia dei Lincei dal titolo "i Nati Digitali". Molti ospiti sono intervenuti e tra questi il mio professore del corso di Editoria Multimediale ,Paolo Liguori. L'oggetto della discussione e' stato il Web 2.0 ,realta' con la quale oggi tutti ci troviamo a competere. Il dottor Balboni ha detto che siamo nativi elettronici in quanto nasciamo gia' immersi in una sorta di digitalizzazione. La preoccupazione nasce se si pensa a come saranno i prossimi dopo di noi poiche' l'integrazione tra nativi digitali e non , non sara' facile. Con l'arrivo del Web 2.0 sono nate soluzioni che permettono agli utenti un alto livello di liberta' nella produzione dei contenuti ;soluzioni che viaggiano in concomitanza con la voglia di comunicare e condividere i propri pensieri,le proprie idee, il proprio modo di vedere la vita.
"Ho una figlia di 10 anni che gia' usa il blog "ha detto ,intervenendo alla discussione ,il dottor Carpinetto,di professione tecnico informatico."Sono milioni le persone che fanno recensioni in rete o creano profili" ha continuato. Il blog:io penso, che sia questo uno tra gli strumenti applicativi del web tra i piu' eccellenti. innanzitutto e' la sua failità di accesso per un bacino di utenza vasto e diversificato a renderlo tale e poi la possibilita'offerta a tutti di esprimersi e attivare il dialogo tra persone sconosciute. E' l'interattivita' la parola chiave del Web 2.0 e lo stesso concetto nasce a contatto con altre applicazioni.Si pensi ai Wiki e ai Social network a cui chiunque puo' partecipare attivamente,nel primo caso aggiungendo o modificando i contenuti; nel secondo caso creando reti sociali che favoriscono socialita', condivisione, collaborazione. Il dottor Rocchi ,responsabile delle tecnologie in Rai ,ha espresso il suo parere relativamente al rischio della virtualita',della Second Life. Se la rete con tutte le sue applicazioni,offre innumerevoli possibilita' di crescita all'utente, questi deve saperne fare un proficuo uso delle stesse. Ma benche' tendano a focalizzare l'attenzione su diversi punti, coloro che hanno preso parte alla Conferenza sottolineano implicitamente un' idea comune: prodotto del Web 2.0 non e' la comunicazione ma le relazioni interpersonali,internazionali. esistono una pluralita' di potenziali legami (A.Marinelli). In sostanza anche io mi trovo in accordo con questo principio ma relegare il piano della comunicazione a livello inferiore rispetto al proliferare delle relazioni umane, non significa non riconoscere grandi potenzialita' del web ,che proprio dai rapporti interpersonali traggono spunto . Per esempio si puo' pensare al forte legame che e' nato tra il giornalismo e il bacino d'utenza. I cittadini comuni sono spesso una fonte utile di notizie e offrono grazie ai loro contributi,svariati spunti per nuovi articoli e la trattazione di diversi argomenti.
Paolo Liguori afferma che la realta' del web 2.0 non rappresenta un rischio per l'editoria ma contrariamente, internet salvera' la stessa.