martedì 25 novembre 2008

Ricordando Sandro Curzi ,storico direttore della terza rete




Gli manca l’anima ad un giornale se non apre porte,finestre… se non riesce a discutere ogni giorno con il suo pubblico…parola di Sandro Curzi,a significare una delle tante espressioni che affettuosamente ricorderemo per rendergli omaggio. Pilastro storico del giornalismo e della politica,attualmente occupato nel Consiglio di Amministrazione della Rai, e’ morto all’eta’ di 78 anni nella sua abitazione romana, lasciando un segno indelebile nei cuori di quanti hanno avuto il piacere di conoscerlo e hanno lavorato con lui. Ma proprio perche’ tanto si dira’ su questo grande personaggio,( veramente ci sara’ tanto da dire ) io vorrei semplicemente spendere qualche parola in merito a due soli aspetti che hanno profondamente caratterizzato la sua vita,l’amore per il giornalismo e quello per la politica. Oggi infatti lo si ricorda come il grande giornalista comunista e antifascista,distintosi per le sue salde posizioni non sempre in linea con le scelte di partito ma allo stesso tempo mai banali. Si pensi al proposito alle aperture ,allora non scontate, del suo Tg alle posizioni di Papa Giovanni Paolo II e ancora, all’astensione sulla proposta di licenziamento del direttore di Rai Fiction,Agostino Saccà. Sandro Curzi era entrato in contatto con i gruppi della Resistenza partigiana quando era appena adolescente, pubblicando sull’Unita’ clandestina il suo primo articolo che raccontava l’assassinio di uno studente da parte dei fascisti Repubblichini. Da questo momento cominciava la sua carriera da militante del Pc prima e Rifondazione poi, diventando sempre di piu’ un autorevole voce della sinistra. Arriviamo poi,tralasciando innumerevoli occupazioni e incarichi coperti, all’anno 1987 quando, e fino al 1993, e' stato direttore del Tg3, facendo nascere un notiziario veloce e combattivo che dava voce alle istanze della sinistra italiana. Con lui entrarono in scena i cittadini comuni ,gli operai ,i disoccupati e i precari e sempre lui diventava interprete delle esigenze di una crescente insofferenza verso la prima Repubblica. Ma mentre gli avversari lo battezzavano “Telekabul” gli spettatori,fedeli , crescevano.
Con le parole che seguono, lo ricorda Antonio Di Bella,attuale direttore del Tg:
Per noi del TG3 Curzi è un padre, un maestro. Curzi ha inventato il TG3 e tutti noi che lavoriamo qui, compreso chi vi parla, portiamo con noi nel nostro lavoro ogni giorno la sua lezione. Curzi ha cambiato la storia dell’informazione televisiva in Italia e ci ha lasciato una lezione che è semplice e difficile al tempo stesso: mai adagiarsi sul già noto, sul sicuro, sul banale, cercare, scavare andare con cocciutaggine alla ricerca del nuovo, al servizio di chi sta davanti alla televisione. Tutti, anche gli avversari, riconoscono a Curzi intelligenza, integrità, carattere.













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